• Tempo di lettura 2′

  • Kandy, Sri Lanka – Habarane, Sri Lanka

  • 1 grado di separazione

Lasciata Kandy con la sua frenesia e il tuo traffico, ho preso un autobus per Habarane (142,00 Rupie, poco meno di 1,00 euro) dove Rukmal mi ha offerto ospitalità per qualche giorno.

Rukmal è un ragazzo che ha lasciato la città per costruire la sua casa qui ad Habarane e nel giro di qualche tempo lavorando sodo ha raccimolato abbastanza soldi per costruire una casa sull’albero che ora affitta tramite AirBnB. È proprio da lì che vi sto scrivendo in questo momento: la vista sulla giungla e intono nient’altro che il cinguettio degli uccellini, le grida dei pavoni e il rumore di qualche altro animale sconosciuto (che non so bene se voglio sapere quale sia, probabilmente solo una mucca).

Mi piace il mio nuovo ufficio, mi piace questo nuovo modo di lavorare, lo chiamano smart-working e decisamente in questo momento mi sto sentendo molto “smart”: mi basta infilare il mio tablet in borsa, usare il cellulare come hotspot e ecco che il “dove mi trovo” diventa davvero poco importante. Settimana scorsa era la piscina di un hotel in India e oggi una casa sull’albero con vista sulla giungla. Chissà domani!

Habarane è una piccola cittadina vicino a Sigiryia, uno dei luoghi più magici che io abbia mai visto, non a caso è patrimonio dell’UNESCO. La casa di Rukmal, però, è immersa nella natura, a cinque minuti dal centro, ma abbastanza per poter godere dello spettacolo del mondo incontaminato intorno.

La mattina mentre facciamo colazione tutto intorno svolazzano e giocano uccellini colorati: gialli con la testa nera, neri con gli occhi gialli, blu, verdi, con il petto rosso o completamente color fango. Poi ci sono le lucertole dalla coda al contrario, i gechi (tantissimi gechi!) e qualche cane solitario che viene a dormire in cortile all’ombra di qualche pianta. Mentre scrivo queste parole sbuca uno scoiattolo a pochi centimetri da me, quasi volesse dirmi “ehi, davvero ti stai dimenticando di me?”.

L’altra notte mentre tornavamo a casa, lungo la strada abbiamo incrociato ben quattro elefanti: uno stava felicemente mangiando i fiori nel giardino di una villa, così abbiamo strombazzato il clacson e il proprietario è uscito a scacciarlo armato di torcia. Proprio strano pensare di poter competere con un elefante una torcia, ma buono a sapersi.

Quanto avevo bisogno di questo. Di pace. Di natura. Di silenzio. Del profumo dei fiori. Di dimenticare il tempo e regolarmi con il sole. Di riprendermi quello stesso tempo per scrivere, per raccontare e condividere quanto di bello mi sta succedendo ogni giorno: condiviso vale doppio.

Domani ritorno a Kandy per riprendere l’altro pezzo dello zaino e ripartire alla volta di Nuwara-eliya. Si avete letto bene, dopo la grande valigia abbandonata in India (per cui nutro la speranza di ritrovarla in qualche modo a Delhi), ora ho abbandonato anche il corpo grande dello zaino per partire solo con quello piccolino e il sacco a pelo.

Questo zaino in effetti è fighissimo: la tasca superiore che lo chiude è un altro zainetto più piccolo che può esser staccato. Dovendo rimanere qui solo due giorni pensavo sarebbe stato più che sufficiente per contenere due cambi, peccato che ora i giorni sono diventati quattro e io mi sono messa a far la bella lavanderina per non avere tutti i vestiti sporchi, ma almeno viaggio leggera.

Che poi quanto è bello decidere di duplicare i giorni in un posto solo perché stai bene… Comunque è tempo di andare, Nuwara-eliya mi aspetta!

Melbourne mi è piaciuta al punto di pensar che potrei andar a viverci per qualche tempo. Tu ci sei stato? Che te ne è sembrato?