• Soqma – Chancachuco

  • Giorno 1

  • 15 km

  • Tappe: Raianpata e Peroniloc

Di sicuro il giorno più pesante è stato proprio questo ma sopravvissuti oggi, il resto è letteralmente in discesa.

Alle 4:30 l’autista di Guiding Perú è passato a prendermi a casa, pronti per partire alla volta di Soqma. Inutile dirvi che ho dormito come un sasso finché siamo arrivati. Una volta aperti gli occhi ci siamo finalmente tutte presentate, mentre con la guida ci eravamo già visti il giorno prima per il briefing.

Siamo quattro ragazze: due canadesi, un’americana e io. Dovevano esserci anche tre ragazzi ma uno di questi ha avuto in incidente in bici e così il sesso debole/forte affronterà da solo la montagna.

Fran sarà la nostra guida e con altri tre ragazzi che si occuperanno dei nostri bagagli, della cucina e delle tende: insomma quattro angeli custodi, ben otto cavalli e una mula per quattro fanciulle.

Sono circa le 6:30 e i ragazzi dello staff si danno da fare per organizzare il tavolo e la colazione così da riempirci lo stomaco prima di iniziare a salire. Siamo tutte infreddolite e curiose di che cosa ci aspetta per i prossimi quattro giorni.

Cominciamo a salire e far amicizia con i bastoncini che Fran ci ha consegnato per aiutarci nella salita ma soprattutto nella discesa. Faccio la stupida domanda: “dove dobbiamo arrivare?” e quando lui in indica la valle tra due montagne molto in alto e molto lontano impallidiamo. Forse era meglio non saperlo.

La salita è dura, pochi giri di parole e pochi giochetti: siamo a 4000m e il sentiero è ripido, molto ripido. Di buono c’è che siamo tutte più o meno allo stesso livello e avanziamo piano piano prendendoci il nostro tempo.

La prima tappa è al sito inca di Raianpata. La vista è mozzafiato, la tranquillità della montagna è proprio qui incontreremo per la prima e ultima volta un altro gruppo in escursione. La cittadina è stata completamente restaurata per restituirci un’immagine di com’era nei secoli passati e mentre tiriamo il fiato stese sul prato verde, Fran ci racconta storie di tempi passati facendo prender vita a quel luogo oggi così vuoto ma che chissà di quante cose è stato testimone.

Ricominciamo la salita e quando vediamo la nostra tenda all’orizzonte è quasi come un miraggio e l’idea di cibo caldo ad attenderci ci da quell’ultima spinta in più. Appena arrivate è un secondo crollare sul telo in plastica steso per terra e addormentarci finché dopo dopo veniamo rispegliate dalle parole “il pranzo è servito”.

Quando si campeggia di solito si mangiano cibi in barattolo, pane in cassetta e scatolette e a dir la verità era quello che mi aspettavo. La realtà era meravigliosamente diversa: guacamole con pane tostato come antipasto, zuppa e riso con pollo il tutto di una qualità da ristorante di ottima qualità.

Pancia piena, foglie di coca in bocca ricominciamo a salire e la montagna sembra non finire mai: ogni volta l’illusione di esser in cima veniva delusa dell’ennesima collinetta. La vista è sempre più bella, il respiro sempre più corto e il vento sempre più forte.

Quando finalmente siamo in cima sul serio non ci sembra quasi vero e affrontiamo l’ultima piana con le gambe pesanti ma la soddisfazione di avercela fatta. Fran ci rassicura che i prossimi giorni saranno più semplici ma si sa, una volta passato il peggio, sembra più semplice di quanto non fosse davvero.

Raggiungiamo l’accampamento che ad attenderci c’erano già le tende pronte e la merenda in tavola a base di tea, biscotti e pop-corn. Subito dopo ceniamo con un occhio aperto ed uno chiuso e voliamo a letto dopo aver divorato anche le banane dolci in salsa di dulce de leche.

Fa freddo, sono -5 gradi e indosso tutti i vestiti che ho nella borsa prima di avvolgermi tipo involtino nella coperta in pile e infilarmi nel sacco a pelo. Il risultato? È stato che mi sono svegliata all’1 di notte in un bagno di sudore, forse ho esagerato.

Il silenzio della valle intorno a noi ci avvolge e ci accompagna verso un nuovo giorno.

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Itinerario di 4 giorni per raggiungere il sito di Machu Picchu , l’Ancascocha trail.

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