Io odio Instagram.

Dichiarazione curiosa e pericolosa per una travel blogger ma non mi voglio nascondere dietro un dito o mentire, per cosa poi?

Uso poco Instagram e seguo pochi profili perchè non amo tutta questo sterile mostrarsi e idolizzarsi: purtroppo il lavoro che ho scelto me lo impone e se vi piace curiosare nella mia vita ogni tanto qualcosa lo condivido volentieri se ha senso, ma vi prego non vogliatemene se sparisco o rispondo con cuoricini, non prendetela sul personale ma proprio non fa per me questo social network o ore e ore di chat di “come stai?” “dove sei?” “cosa fai?”, non lo faccio con i miei amici, figuratevi con sconosciuti. Sono della vecchia scuola che preferisce una telefonata o ancora meglio una birra.

Ormai nessuno mi chiede più di Facebook per seguire le mie avventure/disavventure, il mondo si sta spostando su Instagram e questa cosa mi spaventa tantissimo.

Credo che un social che nasce con il principio di mettere un filtro davanti alla realtà ha qualcosa di malato, di pericolosamente sbagliato. Non è forse abbastanza bello il mondo là fuori? Sono per davvero meno interessante con qualche brufolo in faccia? Non capisco.

Quando poi sei una travel blogger questo alone di perfezione è ancora più intenso e tendente al giallo “luce del tramonto” o al rosa antico che fa un po’ romantico e magico.

Le pose ci vogliono spesso di spalle, e meglio così, almeno non dobbiamo preoccuparci dei brufoli di cui sopra o della faccia da pesce lesso con cui praticamente tutti prima o poi usciamo nelle foto. Ancora l’aria sognante che punta all’infinito è un must e non sempre sorridere è una buona idea, che poi ci escono quelle rughette intorno agli occhi e ci tocca spianarle con qualche app.

Odio Instagram quando devo passare ore e ore mettendo like a caso perchè l’algoritmo che lo governa non mi faccia cadere nel dimenticatoio, a meno che, ovviamente, non voglia investici soldi in pubblicità. Praticamente il sistema più ti vede interagire con commenti e mi piace, più mostrerà i contenuti in bacheca a chi segue il tuo profilo, se pubblichi solamente praticamente nessuno vedrà le tue foto obbligandoti così a passare il tuo tempo a dimostrare al sistema che sei attivo.

Odio Instagram quando vedo foto pazzesche di paesaggi incredibili dove cura particolare è stata data alla composizione e alle luci con poche decine di like e migliaia invece sotto la foto di una ragazza a caso con l’orizzonte storto e i piedi tagliati, magari anche fuori fuoco. Ma la qualità davvero è ormai un optional?

Odio Instagram perchè la maggior parte delle conversazioni sono a due battute di cui una è “grazie”: non importa raccontarsi e confrontarsi ma solo adularsi a vicenda così da instaurare un vanitoso circolo virtuoso che altro non è che autocelebrazione, in fondo.

Odio i gruppi nazisti su Instagram di persone che si uniscono per mettere like e commentarsi a vicenda le foto così da far salire i risultati dei post e potersi poi, di nuovo, vantare dei dubbi risultati con il prossimo. E guai a te se nel giro di tre minuti non assolvi il tuo dovere di commentatore/adulatore semiautomatico perchè verrai cacciato in malo modoe chi se ne frega se le tue foto sono belle sul serio, se tu non commenti la mia io me ne frego di te.

Odio dover postare la mia vita nelle stories, perchè se non fai le stories non sei nessuno e poco importa se secondo te cosa mangi a colazione non è interessante, per qualcuno lo sarà. Così come cosa mangi a cena, a pranzo e a merenda, quando ti metti lo smalto o porti fuori il cane. Poco importa se il mondo intorno a te ti guarda come una pazza mentre labbra a culo di gallina scatti a ripetizione selfie stringendo un cappuccino, preferibilmente di Starbucks che è più cool.

Odio il tempo che perdo a vivere la mia vita per immortalarla con il cellulare, perchè altrimenti l’engagement scende e chi lo ritira più su? E quanto tempo che serve: se ogni mezz’ora si rimpolpano le stories praticamente non si stacca mai.

Odio chi pretende di aver una vita pazzesca, un fidanzato perfetto, un letto sempre in ordine e pieno di cuscini, così come tutte queste case così terribilmente bianche, asettiche, moderne, in ordine e tutte uguali.

Odio lo sdegno di chi “non ti seguo più se non mi segui” ma accetta si buon grado i like randomici e i commenti standard, perchè quelli fanno crescere i numeri, non decrescere, così poco importa se sono reali o meno. Ragazzi, o si accetta tutto o non si accetta niente, la coerenza per favore se si vuol predicare con coscienza.

Ora scusatemi se per metter questi like, commenti o seguire profili uso un bot ma non posso andar contro un sistema che è marcio ben prima dell’invenzione dei sistemi automatici e se preferisco vivere la mia vita a star lì a metter in modo compulsivo like a chiunque segua gli hashtag #travellove, #travelsolo, #solocosebelle… perchè cari amici per me le vere cose belle sono là fuori, senza filtri, senza brillantina e senza pretese.

ps. Spero mi vorrete bene lo stesso anche senza tutte queste false pretese o facciate di circostanza

Per ogni pensieri ne nascono altri cento, altri mille. Qui ho raccolto i miei ma se ti va di condividere i tuoi puoi farlo qui sotto. Ti chiedo solo la cortesia di essere sempre e comunque gentile, qualsiasi sia il messaggio che vuoi lasciare.