Lo so che questo titolo è un po’ infelice ma mi dispiace, per me dormire nelle così dette “capsule”  del Capsule Hotel in Giappone è stato un po’ come dormire in un loculo. Può esser che il mio hotel non sia stato dei migliori (35,00 euro a notte ma 4.8 su Booking.com) ma per me è stata un’esperienza tutt’altro che piacevole. Perché? Ora ve lo racconto.

Capsule Hotel: cosa sono

Iniziamo con raccontare cosa sono i Capsule Hotel: ovvero alberghi dove non si prende una vera e propria camera ma bensì un materasso all’interno di una scatola più o meno tecnologia su cui ne è posizionata un’altra con dentro un’altra persona. Si affaccia sull’esterno con una specie di oblò chiuso da una tendina permettendo così il passaggio di aria, luce e rumori. Se per il primo punto questo può esser piacevole, per gli altri due sarà un po’ come dormire in un letto a castello, solo recintato.

Ne avevo letto dell’esistenza in un libro di Gibson, l’Accademia dei sogni: essendo un libro cyberpunk dove realtà e fantasia sono mescolate con maestria, mi riusciva abbastanza difficile distinguere cosa fosse reale e cosa inventato. Beh, i capsule hotel sono reali e inquietanti tanto quanto sembravano dalle parole dell’autore. Libro che poi a dir il vero ho regalato ad una persona che sapevo l’avrebbe apprezzato più di me e non ho mai finito, anzi, se volete spoilerare fate pure!

Capsule Hotel: com’è fatta la capsula

La valigia e lo zaino non possono stare nella capsula, anche perché non si può chiudere e quindi la nostra roba sarebbe alla mercé di tutti, vengono per questo stipati in armadietti come quelli della palestra anche qui in uno spazio davvero ristretto. Così vi ritroverete a saltellare tra le borse delle altre ragazze disseminate sul pavimento per raggiungere il vostro e se per caso le mutandine pulite saranno sul fundo dello zaino, beh, in bocca al lupo.

All’interno della capsula una televisione, una ventola (che non è che faccia una gran differenza), un pannello di controllo per le luci e una presa elettrica mentre scopro il giorno dopo che esiste un ventilatore per l’intera stanza che, nonostante il ronzio fastidioso decido di accendere per il bene di tutte noi quattro che ci troviamo a dividere quelle quattro mura.

Capsule Hotel per donne

L’ “errore” probabilmente che ho fatto è stato quello di scegliere una capsula per donne. Le signore vengono spesso, infatti, divise e protette dagli uomini e se suona molto bene detto così, la realtà stata che il mio loculo era in una stanza minuscola e senza finestre: il muro era a meno di un metro dall’oblò e l’aria girava davvero poco e male.

Mi sono svegliata più volte durante la notte spogliandomi di tutto quello che avevo addosso rimanendo in mutandine e reggiseno, aprendo perfino a lasciar la tendina pur di aver dell’aria, che scarseggiava comunque. Mi sono svegliata alle 7:00 del mattino con il cervello che ripeteva solo: “devi uscire da qui, devi andare fuori all’aria aperta” e nel giro di 15 minuti ero lavata, vestita in strada.

Prender una capsula nel corridoio insieme agli uomini mi avrebbe probabilmente risolto questo problema ma lì si sarebbe poi presentato quello degli orsetti russatori e non avrei dormito comunque. Sono sempre scelte molto difficili.

La seconda notte passa un po’ meglio ma ciò non toglie che se è vero che l’esperienza va fatta, se è stata pesante per me che non ho nessun problema di claustrofobia o simili, lo sconsiglio a chiunque dopo aver letto questo pezzo abbia il minimo dubbio di non potercela fare.

Capsule Hotel a Singapore la seconda chance

A Singapore ho dato una seconda chance ai capsule hotel con un risultato molto diverso: mi ci sono trovata benissimo e la mia teoria che il problema sia stato dato dalla dimensione della stanza e probabilmente dell’anzianità della struttura è stata confermata.

Qui nessun problema di caldo, luci o altro: insomma, scegliete bene la vostra struttura.

La mia prima esperienza in un capsule hotel è stata drammatica ma ammetto che la seconda molto meglio. A voi com’è andata? Raccontatecelo nei commenti!