La capacità di sorprendersi sempre è un dono bellissimo e spero di non perderlo mai. Sono le sorprese a colorare le giornate e alle volte basta davvero pochissimo, me ne rendo conto, ora che sono in viaggio più che mai.

Ieri ho trovato il panettone al supermercato ed è stata una festa! Sono a Santiago, in Chile ed è ottobre, come faccio a non esser felice come una bambina di poter affrontare i miei denti tra pasta e canditi? Il tempo di passare la cassa e già lo stavo scartando avida di mangiarlo. Ogni tanto proprio non li sento questi trent’anni né li dimostro!

In realtà credo che la nostra quotidianità sia piena di piccoli pretesti per sorprenderci, per esser felici solo che spesso ce li perdiamo distratti.
Diversi anni fa lessi un libro meraviglioso di Francesco Piccolo “momenti di trascurabile felicità” e proprio lavorando su questi istanti creai la mia tesi di laurea.

Cosa sono? Beh, il lato fresco del cuscino in una notte d’estate, il parcheggio libero sotto casa, l’ultimo paio di scarpe scontate del vostro numero. Possono esser qualsiasi cosa, dipende da noi e da quanto siamo pronti a coglierli, abbracciarli e, perché no, coinvolgere gli altri.

Lo so, mica si può esser sempre di buon umore, ci sono giorni in cui ti trascini fuori dal letto, ti infili in una felpa nera con cappuccio e affronti la vita svogliata (e stai sicura che è l’unico giorno che incontri il tipo che ti piace al bar sotto l’ufficio, tratto da una storia vera).

La cosa importante secondo me è che rimangano episodi isolati, se succede troppo spesso c’è qualcosa che non va e forse abbiamo qualcosa che va cambiato. Anche perché sono controproducenti per noi stessi: più siamo arrabbiati, scorbutici e polemici più le persone tenderanno a tenerci alla larga. Volete dar loro torto?

La vita ci da un milione di pretesti per sorprenderci e veder le cose in tutti i loro colori, sta a noi scegliere la palette di colori della nostra vita: pastello, fluo, intesa, più calda, più fredda, … Poco importa fintanto che quelle tinte si abbinano bene con la nostra anima! E perché no, anche col nostro smalto.

Anche a voi è successo di sorprendervi per “momenti di trascurabile felicità”? Di stupirvi per qualcosa di quotidiano?