Un messaggio da un numero sconosciuto, che strano. Lo apro, c’è la foto di un sorriso grande stampato su una faccia felice accanto a quella di un grande cane scuro, due occhi familiari color nocciola mi fissano e per un secondo mi manca l’aria. Giuro, solo un secondo.

Ola!” e quelle parole suonano così piacevolmente famigliari che mi sembra quasi di sentire anche la sua voce, la stessa voce che non sento da Natale quando mentre andavo in centro decisi di chiamarlo per sapere cosa stesse facendo.

Non ci vediamo da più di un anno ma ogni tanto mi viene in mente e mi irritava così tanto questo suo sfuggire alla tecnologia che riduce la nostra comunicazione a qualche email ogni tanto, anche per questo che il suo messaggio oggi mi sorprende così tanto: ora ha finalmente un telefono con internet e potremo presto vederci di nuovo, seppur non sia esattamente la stessa cosa che dal vivo.

Ok, è vero che fa molto altri tempi scrivere una vera e propria lettera, affidarla alla rete e ricevere una risposta settimane dopo, hai anche l’effetto sorpresa così. Si perchè con lui il concetto di immediatezza non esiste nemmeno nell’era delle email: in fondo se le controlli una volta al mese alla fine diventa più o meno al pari della posta ordinaria.

Ricordo i tre giorni che passammo insieme in Argentina e mi viene da sorridere solo al pensiero: una delle serate più belle di sempre passata a guardare il tramonto sulla città da un muretto sulla collina del Cerro de la Gloria di Mendoza. Abbiamo parcheggiato al lato della strada, lui ha tirato fuori due calici e una bottiglia di Malbec facendo attenzione e non tenerli in vista a chi sarebbe passato di là. Qui è illegale bere alcol all’aperto e di certo non voglio farmi arrestare per un bicchiere di vino.

Ci siamo persi parlando degli uccellini che si rincorrevano tra i cespugli, della nostra vita a sei mesi da quando ci incontrammo dall’altra parte del mondo ridendo sempre di più della bellezza della vita e dei giri enormi che questa fa e ci riporta insieme ancora una volta. Lui si diverte con il mio spagnolo zoppicante e per fortuna non mi chiede da chi ho imparato o dovrei raccontargli del mio ragazzo cubano dandogli un argomento in più su cui prendermi in giro.

Solo quando la notte si fa troppo fredda rientriamo complici come non mai, con quella sensazione che un bellissimo regalo ci è stato fatto stanotte e non abbiamo nessuna intenzione di sprecarne nemmeno un secondo.

Sono molto indecisa ma probabilmente è stata la sera più bella che abbiamo passato insieme, anche se pure l’ultima a El Nido è stata davvero speciale. Sarà la sua gentilezza, i suoi modi, il suo sguardo ma vicino a lui mi tranquillizzo in un solo istante e sento la bellissima sensazione che si prova quando si possono abbassare le difese senza paura. È una cosa che non faccio mai quella di lasciarmi andare completamente a qualcuno e con lui so che posso farlo, per una volta ho chi pensa a me.

Il giorno dopo mi ha lasciata all’aeroporto con un saluto frettoloso che sapeva questa volta di addio definitivo e mentre le correnti d’aria mi sballottavano in aereo sopra la cordigliera mi chiedevo se ci saremmo mai più sentiti, forse era meglio di no. Ora eccoci ancora qui.

Cominciamo a mandarci messaggini come i ragazzini chiedendoci di riassumere la nostra vita in pochi caratteri ansiosi di sapere cosa stia succedendo a quattro ore di distanza, al di là del mare, in realtà ancora più lontane i queste centinaia di chilometri. Suonerà come una cretinata ma sono felice di averlo in qualche modo più vicino, soprattutto adesso che nella mia vita sembra che nulla possa andare per il verso giusto e che ho così bisogno di una parola dolce di sostegno.

Lui mi ascolta pazientemente, mi dice quello che ho bisogno di sentire e ancora una volta si tramuta nel mio angelo custode che compare nel momento giusto.

Non sono molto brava a chiudere le cose, mi piace sapere che in qualche modo sono sempre lì e portata di mano quando avrò bisogno di riesumare qualche ricordo per riscaldarmi il cuore ed ora che lo sento così vicino sono in qualche modo più serena. Ora abbiamo di fronte mille possibilità di dirci addio e poi di nuovo buongiorno quando, come al mio solito, avrò cambiato idea. Per ora va bene così.

Che rapporto hai tu con gli addii? A me non piacciono per nulla, più o meno al pari degli auguri di Natale e di buon anno nuovo. Raccontamelo nei commenti se ti va!